Nel 1966 Fernand Braudel aveva decretato che la storia della montagna consiste nel non avere avuto una storia. Trent’anni più tardi il clima storiografico era molto mutato, come segnalava sin dal titolo, esplicitamente inteso come una confutazione delle affermazioni di Braudel, una raccolta di saggi (Körner e Walter 1996) pubblicata per celebrare il sessantacinquesimo compleanno di Jean-François Bergier, uno degli studiosi che più hanno contribuito a stimolare un nuovo interesse per il passato delle Alpi: Quand la Montagne aussi a une Histoire. Questo contributo si propone, quale primo obiettivo, di mostrare come tale mutamento si debba in parte non trascurabile agli esiti di studi antropologici condotti in area alpina tra il 1960 e il 1990, che hanno messo in discussione l’immagine sino ad allora incontrastata di una montagna condannata dall’ambiente ostile – nel passato e nel presente – alla marginalità, alla povertà (o comunque all’arretratezza economica) e a una emigrazione strutturale generata da uno squilibrio tra popolazione e risorse e trasformatasi in esodo incontenibile nel corso del XX secolo. Quale secondo obiettivo si propone di esaminare brevemente altri mutamenti, questa volta non storiografici ma intervenuti negli ultimi vent’anni nel tessuto economico, demografico e socio-culturale delle montagne stesse, e in particolare delle Alpi occidentali italiane. Si cercherà di valutare, in una prospettiva storico-antropologica, in che misura esistano rapporti di path dependence tra i mutamenti recenti o in corso e il passato alpino e montano riportato alla luce dalla feconda stagione di studi della seconda metà del secolo scorso.
La "deprimitivizzazione” dell’immagine delle Alpi. Il contributo dell’antropologia storica
Piero Viazzo
2021-01-01
Abstract
Nel 1966 Fernand Braudel aveva decretato che la storia della montagna consiste nel non avere avuto una storia. Trent’anni più tardi il clima storiografico era molto mutato, come segnalava sin dal titolo, esplicitamente inteso come una confutazione delle affermazioni di Braudel, una raccolta di saggi (Körner e Walter 1996) pubblicata per celebrare il sessantacinquesimo compleanno di Jean-François Bergier, uno degli studiosi che più hanno contribuito a stimolare un nuovo interesse per il passato delle Alpi: Quand la Montagne aussi a une Histoire. Questo contributo si propone, quale primo obiettivo, di mostrare come tale mutamento si debba in parte non trascurabile agli esiti di studi antropologici condotti in area alpina tra il 1960 e il 1990, che hanno messo in discussione l’immagine sino ad allora incontrastata di una montagna condannata dall’ambiente ostile – nel passato e nel presente – alla marginalità, alla povertà (o comunque all’arretratezza economica) e a una emigrazione strutturale generata da uno squilibrio tra popolazione e risorse e trasformatasi in esodo incontenibile nel corso del XX secolo. Quale secondo obiettivo si propone di esaminare brevemente altri mutamenti, questa volta non storiografici ma intervenuti negli ultimi vent’anni nel tessuto economico, demografico e socio-culturale delle montagne stesse, e in particolare delle Alpi occidentali italiane. Si cercherà di valutare, in una prospettiva storico-antropologica, in che misura esistano rapporti di path dependence tra i mutamenti recenti o in corso e il passato alpino e montano riportato alla luce dalla feconda stagione di studi della seconda metà del secolo scorso.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.